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LA PERCEZIONE DEL RISCHIO RISPETTO AI RISCHI REALI

Articolo del nostro Direttore Scientifico Dott. Riccardo RISTORI

La mortalità dei bambini sotto i 5 anni di vita è un’importante misura del benessere demografico e uno dei più significativi indicatori del senso civico della società in cui si vive.
In Italia, nel 1900 morivano circa 400.000 bambini entro i primi 5 anni di vita. A distanza di un secolo il numero di bambini morti nel primo anno di vita è sceso a 2000, a fronte di circa 500.000 nati vivi.
Se alla fine del 1900 i bambini morivano principalmente a causa di malattie infettive, oggi più del 70% dei decessi è dovuto a condizioni di origine perinatale e a malformazioni congenite.
Di questi 2000 decessi, la maggior parte avviene nel primo anno di vita e la metà di questi si concentrano nei primi sette giorni.
Nonostante nel nostro paese si registrino tassi di mortalità sotto i 5 anni di vita tra i più bassi del mondo, rimane ancora elevato il numero di decessi evitabili; ogni anno infatti abbiamo circa 500 bambini da salvare:
la prima causa di morte nel primo anno di vita è rappresentata dalla sids (300 decessi/anno);
negli anni successivi, dai traumi e dagli incidenti stradali (50 decessi/anno per i soli incidenti stradali); l’annegamento è la seconda causa di morte evitabile nei bambini dai 2 ai 5 anni (15 decessi/anno). Fortunatamente i casi di soffocamento in età pediatrica sono stati erroneamente riportati in 1 decesso a settimana; nel 2016 ad oggi si registra 1 solo caso.

 

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