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SPORT E MORTE CARDIACA IMPROVVISA

Articolo del Direttore Scientifico di Salvamento Academy Dott. Riccardo RISTORI

La morte improvvisa da sport ha un’incidenza da 9 a 23 casi per milione a seconda dello sport praticato e della tipologia dell’atleta, è quindi un evento piuttosto raro. Gli sportivi più colpiti sono quelli di basso livello agonistico (80%). E’ più frequente nelle competizioni ufficiali (79%) che negli allenamenti (21%). Per effetto dei controlli viene escluso dalle competizioni il 2% degli atleti.
Nello studio di J Am Coll (Cardiol. 2016;67(18):2108-2115. doi:10.1016/j.jacc. 2016.02.062) sono stati presi in esame 357 casi di atleti deceduti improvvisamente nel ventennio 1994-2014: la loro età media era compresa tra 18 e 40 anni, quasi tutti di sesso maschile (92%) e ben 7 su 10 durante una competizione. La sindrome della morte aritmica improvvisa (nota anche come morte cardiaca improvvisa) è risultata la causa di morte con la maggiore prevalenza (42%):
Nel 40% dei casi è stata identificata una cardiomiopatia, in particolare un’ipertrofia ventricolare sinistra idiopatica e/o una fibrosi del ventricolo sinistro, in misura minore sono state riscontrate anche la cardiopatia aritmogena del ventricolo destro e la cardiopatia ipertrofica: queste patologie si sono evidenziate maggiormente nei paziente con età maggiore. Nei pazienti con età minore l’anomalia maggiore è stata a carico delle coronarie.
Cosa sono le cardiomiopatie?
Le cardiomiopatie sono malattie del cuore dovute principalmente a problemi genetici, che determinano molto spesso l’aumento dello spessore della parete del cuore (ipertrofia), oppure l’aumento delle dimensioni delle camere cardiache (dilatazione), oppure disturbi dell’attività elettrica del cuore e che possono avere come esito lo scompenso cardiaco o la morte cardiaca improvvisa. Le cardiomiopatie non comprendono le patologie ipertrofiche o dilatative che derivano da altre patologie come l’ipertensione arteriosa, le malattie delle coronarie, i difetti valvolari e del pericardio.
Di seguito si riportano alcune cardiomiopatie:
– Cardiomiopatia ipertrofica (aumento di spessore delle pareti cardiache);
– Displasia aritmogena del ventricolo destro (il tessuto muscolare è sostituito da tessuto fibroso o fibro-adiposo;
– Cardiomiopatia del ventricolo sinistro non compattato (caratterizzata da un tessuto muscolare in cui si possono distinguere due strati, uno compatto esterno e uno non compatto (trabecolato) interno;
-Sindrome del QT lungo (aumento della durata della ripolarizzazione ventricolare);
-Sindrome di Brugada (disturbo dell’attività elettrica del cuore);
– Cardiomiopatia dilatativa (aumento delle dimensioni delle camere cardiache);
-Miocardite (malattia infiammatoria del muscolo cardiaco).

Conclusioni personali:
L’Italia è all’avanguardia nella prevenzione della morte cardiaca degli atleti agonisti. E’ opportuno per chi pratica attività sportiva non agonistica sottoporsi ad almeno una visita medica sportiva nel corso della propria vita sportiva.
Nota dolente: i defibrillatori… sono obbligatori solo per l’attività sportiva!

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