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QUANDO CULTURA FA RIMA CON PAURA: Pro e Contro di un binomio spesso abusato

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Diffondere cultura di primo soccorso è il principale dei nostri obiettivi. Che si tratti di manovre di disostruzione o di rianimazione cardiopolmonare, la sfida più grande resta sempre (e purtroppo) quella di scalfire le resistenze di chi, nel timore di ripercussioni legali o per sfiducia nelle proprie capacità, continua a pensare che solo medici ed infermieri debbano essere formati alle manovre di primo soccorso. E’ una barriera culturale costruita generazione dopo generazione, che stiamo provando a demolire mattone dopo mattone, con tenacia e soprattutto con la profonda convinzione che debba essere abbattuta nel più breve tempo possibile.

Ed ora veniamo al sodo: è giusto far leva sulla paura per diffondere cultura?

Sicuramente la paura è uno dei principali stimoli per partecipare ad un corso di primo soccorso. Lo riscontriamo soprattutto quando si parla di manovre di disostruzione e di primo soccorso pediatrico: è la paura di trovarsi in una situazione difficile con il proprio bambino a spingere la mamma ad affrontare un corso che le insegni ad agire e poterlo aiutare, la paura di sentirsi impotenti e inutili di fronte ad una situazione di emergenza che si potrebbe risolvere con delle semplici manovre, ma che potrebbe anche diventare tragedia. E’ il genere di paura che ogni mamma sperimenta dal primo respiro del proprio bambino, una paura che non ha bisogno di essere alimentata.

Ecco perché quando si promuove il primo soccorso è sottilissima la linea che divide il “fare cultura” dal “fare paura”, due parole che fanno rima fin troppo facilmente in questo caso. Cedere alla tentazione di snocciolare in continuazione le cifre delle tragedie che si potevano evitare potrebbe spingere un numero sempre maggiore di persone ad iscriversi ai nostri corsi, ma potremmo dire di aver raggiunto finalmente il nostro obiettivo solo quando i corsi avranno successo non grazie allo stimolo della paura ma grazie alla sete di cultura e di conoscenza, quando sarà considerato normale, giusto e necessario che ogni persona sappia come intervenire in aiuto di un’altra.

Per questo noi preferiamo raccontarvi storie belle: mamme che salvano i propri bambini, insegnanti che salvano i propri alunni, operatori laici che salvano vite grazie ai defibrillatori, questa è la cultura che vogliamo diffondere! Se invece amate il brivido… google notizie avrà ogni giorno materiale a sufficienza per soddisfarvi.

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